Sempre più frequentemente si sente parlare di Disturbi specifici dell’apprendimento (DSA), ma nonostante il termine in voga, l’eccesso di diagnosi e certificazioni, insegnati e genitori che chiedono aiuto al nostro Studio di Psicologia e Psicoterapia Saronno, manifestano dubbi e perplessità in merito.
Vediamo di fare un po’ di chiarezza…
Cosa sono i DSA?
Con il termine DSA ci si riferisce ad un insieme di difficoltà che riguardano l’acquisizione dell’apprendimento della letto scrittura e del calcolo; si distinguono in disgrafia, disortografia e discalculia a seconda della prevalenza e tipologia delle difficoltà presenti.
I DSA sono diventati una priorità tanto da aver portato il governo a promulgare una legge (n. 170/2010) contente le linee guida per i criteri di diagnosi e per gli interventi necessari.
La diagnosi, fatta da equipè composta da Neuropsichiatra, Psicologo e Logopedista riguarda soggetti intellettivamente normodotati e spesso iperdotati privi di deficit della vista, dell’udito e di deficit di attenzione (ADHD); in quest’ultimo caso la diagnosi differenziale sebbene di estrema importanza risulta molto più complessa. Vista l’importanza affronteremo l’argomento in un articolo specifico.
Per quanto riguarda le cause, la letteratura scientifica propone solamente delle ipotesi, per lo più di natura organica, che identificano come causa scatenante un deficit neurobiologico del cervello. Questa ipotesi, dal nostro punto di vista, non è utile a comprendere la natura del fenomeno e si mostra inefficace nello sviluppare un intervento atto a prevenire l’insorgenza e la cronicizzazione del problema.
Le linee guida sottolineano che è possibile porre diagnosi solamente a partire dalla fine del secondo anno della scuola primaria ( terzo per la discalculia) ciò , secondo il nostro punto di vista, ha delle conseguenze distruttive sia dal punto di vista psicologico che comportamentale sui bambini ai quali viene fatta una diagnosi con conseguente cronicizzazione della patologia.
Ma è possibile un’ identificazione precoce?
L ’esperienza clinica e riabilitativa maturata nel nostro studio di Psicologia e Psicoterapia Saronno, al quale numerosi bambini accedono per diagnosi e valutazioni funzionali, ha permesso la possibilità di identificare la basi sottostanti ai processi che consentono al bambino di sviluppare la capacità di esprimere graficamente la sua rappresentazione mentale del mondo. Da quanto rilevato, grazie al nostro approccio diagnostico al problema, è possibile individuare l’esordio di tale processo già a partire dal IV anno di vita (secondo anno di scuola materna).
Il corpo…la nostra antenna parabolica
Il bambino entra nel mondo attraverso il suo corpo ed è proprio grazie ai sensi ed ai muscoli che è in grado di misurare il mondo. Attraverso il loro corpo i cuccioli d’uomo mostrano giorno dopo giorno il miracolo della maturazione delle loro funzioni. Il corpo umano di cui siamo dotati funziona come un’antenna parabolica potentissima e sensibilissima in grado di catturare tutti gli stimoli che il mondo esterno gli indirizza. Il bambino usa il proprio corpo come compasso e metro per conoscere il mondo; il corpo diventa il mezzo per costruire disegno, scrittura, lettura e conoscenza. Lettere e cifre sono pertanto produzioni che rappresentano la posizione del bambino stesso nello spazio prima agito e poi pensato.
Dsa e Scuola dell’ Infanzia…quale relazione?
Come precedente detto la Scuola dell’Infanzia può diventare il luogo d’elitè per identificare i campanelli d’allarme di possibili deficit funzionali che potrebbero avere ripercussioni sull’apprendimento della lettura e della scrittura. Questo favorirebbe una riduzione di falsi positivi evitando di “ rompere “ i bambini con etichette diagnostiche inappropriate.
Durante il periodo della scuola dell’Infanzia gli educatori e la famiglia hanno un ruolo decisivo nell’osservare i loro cuccioli; è importante un’ osservazione sistematica delle molteplici funzioni che si stanno sviluppando in quel periodo. Aspetti linguistici, motori, grafici, cognitivi e visuo – spaziali sono di fondamentale importanza; è pertanto importante prestare attenzione a come un bimbo disegna, si rapporta nello spazio, si esprime e se ha difficoltà con alcuni suoni. E’ opportuno osservare se è in grado di vestirsi da solo, di allacciarsi le scarpe, di riconoscere la destra dalla sinistra etc.
Scuola e casa come luoghi di potenziamento
La nostra esperienza ci ha portato a maturare l’idea che i migliori interventi per potenziare gli aspetti funzionali deficitari, che potrebbero trasformarsi in DSA, posso arrivare direttamente dai contesti usali dei bambini attraverso semplici attività ludiche. In questo modo è possibile potenziare senza far sentire il bambino inadeguato , diverso e soprattutto “ rotto”.
A scuola, per esempio, sono molto importanti i giochi di rafforzamento come: prediligere il disegno in verticale e su muro, prediligere attività manuali, usare forbici e punteruoli, individuare suoni e rumore, distinguere parole uguali da parole diverse, mettere oggetti in successione a seconda delle dimensioni, compiere su imitazione movimenti con il proprio corpo, identificare e usare parole relative allo spazio etc…
A casa, ogni stanza, grande o piccola che sia, può essere per il bambino un continente da esplorare, una palestra per il suo sviluppo cognitivo, un luogo dove apprendere le conseguenze delle proprie azioni e condividere la gioia delle proprie scoperte. Nella cucina dovrebbe sempre esserci un piccolo scomparto, alla sua altezza, con qualche utensile di plastica o silicone colorato, qualche cucchiaio di legno e poi un contenitore con i magici maccheroni! Perché i maccheroni? Sono abbastanza grandi per non essere ingoiati e sufficientemente piccoli per stimolare la prensione a pinzetta e a tenaglia di indice e pollice. Inoltre permettono al bambino di esercitare quell’irresistibile attrazione che consiste nell’infilare un dito in un buco.
Riferimenti bibliografici
Gandolfi M. (2015), Manuale di tessitura del cambiamento. Un approccio connessionista alla psicoterapia. G. Fioriti Editore, Roma.
Gandolfi M, Martinelli F. (2008), Il bambino nella terapia. Approccio integrato alla diagnosi ed al trattamento con la famiglia. Erickson Trento